Fiaba di Luigi Capuana
C’era una volta un Re che andava sempre a piedi. Aveva paura dei cavalli. Diceva:
– Sono bestie, e con le bestie non ci voglio aver a che fare.
Per questo i suoi sudditi gli avevano dato il nomignolo di re Prudenzio.
Il guaio era che assieme con lui dovevano andar a piedi anche i Ministri e tutte le persone del suo sèguito.
E mentre il Re camminava avanti con quelle gambe che, a forza di esercizio, erano diventate di acciaio, Ministri e persone del sèguito, stanchi morti, grondanti di sudore, brontolavano tra i denti:
– Accidempoli alle gambe di sua Maestà!
Uno dei Ministri, il più vecchio, pensò di ricorrere a un Mago.
– Mago, buon Mago, fate una bella invenzione: una seggiolina, per esempio, che cammini quasi da sé e obbedisca ai comando.
– Per chi serve?
– Per Sua Maestà.
– Tra due giorni l’avrete.
E, due giorni dopo, il Mago presentava al Ministro uno stranissimo arnese con due ruote, una, piccola, davanti; l’altra, più grande, di dietro, e, su, un sederino coperto di cuoio. – Che arnese è questo?
– Si chiama: Cavallino di acciaio.
– E in che modo cammina?
– Cammina così.
Il Mago saltò sul sederino, poggiò i piedi su i due pedali dei lati e via, di corsa, come una saetta.
Il Re scese a vedere il Cavallino di acciaio che il Ministro diceva di voler regalargli.
Lo guardò, l’osservò e ordinò al Ministro:
– Provatelo, Eccellenza.
Il Ministro, che aveva preso lezioni dal Mago, saltò sul sederino, poggiò i piedi su i due pedali dei lati, e via, di corsa, come una saetta. Se non che nel fare la svoltata, ruzzolò per terra assieme col Cavallino di acciaio, e si ruppe una gamba.
– Grazie, Eccellenza! – gli disse il Re. – Il Cavallino di acciaio tenetelo pure per voi. Le mie gambe mi servono meglio. Non sono chiamato re Prudenzio per niente!
Il vecchio Ministro, appena guarito, ricorse di nuovo al Mago.
– Mago, buon Mago, fate una bella invenzione: una carrozza, per esempio, che vada proprio da sé, senza aiuto di piedi o mani altrui.
– Per chi serve?
– Per Sua Maestà.
– Tra una settimana l’avrete.
E, una settimana dopo, il Mago presentava al Ministro una carrozza che sembrava una carrozza come tutte le altre; non aveva però stanghe pei cavalli.
– E in che modo cammina?
– Cammina così.
Il Mago toccò una molla, e la carrozza cominciò a tremare, a tremare, quasi impaziente di mettersi in moto. Il Mago montò in serpe, prese tra le mani una rotella infissa a un’asta, e la carrozza via, di corsa, come una saetta, rumoreggiando.
Tornato addietro, il Mago disse:
– A questa qui, però, bisogna dar da mangiare.
– Fieno o biada? – domandò il Ministro.
Né fieno, né biada, ma acqua di fuoco.
– Acqua di fuoco? E dove si trova?
– V’insegnerò io a cavarla.
Il Re scese a vedere la Carrozza senza cavalli che il Ministro diceva di voler regalargli.
La guardò, la osservò e ordinò al Ministro:
– Provatela, Eccellenza.
Il Ministro, che aveva preso lezioni dal Mago, montò in serpe, toccò una molla e la carrozza cominciò a tremare, a tremare quasi impaziente di mettersi in moto. E appena egli girò la rotella la carrozza partì di corsa, come una saetta, rumoreggiando. Se non che, nel fare una svoltata, la carrozza diè uno sbalzo e andò a sbattere contro un albero, si rovesciò di fianco e prese fuoco.
Il povero Ministro morì tra le fiamme. E il Re non poté nemmeno dirgli: – Grazie, Eccellenza! Le mie gambe mi servono meglio. Non sono chiamato re Prudenzio per niente!
Or accadde che il Re, in una delle sue solite passeggiate di miglia e miglia, andando col naso per aria, non si accorse di un grosso sasso che era in mezzo a la strada, inciampò e si ruppe un braccio e due costole.
Allora non disse più: – Le mie gambe mi servono meglio. Disse:
– Bisogna esser re Prudenzio di nome e di fatto. Non si è mai prudenti a bastanza: se il Ministro col Cavallino di acciaio si è rotto una gamba, se con la Carrozza senza cavalli è andato a sbattere contro un albero, la colpa non è del Cavallino di acciaio né della Carrozza senza cavalli, ma dell’imprudenza di lui. Infatti, appena guarito, mandò a chiamare il Mago:
– Mago, buon Mago, fatemi un Cavallino di acciaio! Mago, buon Mago, fatemi una Carrozza senza cavalli!
E andò attorno ora su l’uno ora su l’altra, con grande gioia dei Ministri e delle persone del suo sèguito. E non gli accadde mai nessuna disgrazia. Fu prudente di nome e di fatto.
Fiaba, fiabetta
Chi ci vuole la coda ce la metta.